Este site usa cookies de análise para coletar dados agregados e cookies de terceiros para melhorar a experiência do usuário.
Leia a Política de privacidade completa .
EU ACEITO

NOTÍCIAS

DE VOLTA

Medio Oriente: Nasce la Rete di Talitha Kum

Dal 21 al 23 Luglio 2019 20 donne libanesi, siriane e giordane si sono riunite nel centro di “Notre Dame do Puits” a Bkennaya in Libano per definire comuni strategie per un impegno a favore della dignità umana, soprattutto della donna in Medio Oriente. Cercando di superare le barriere di divisione, questo gruppo di donne, proveniente da diversi paesi e appartenente a 6 diverse tradizioni religiose, ha deciso di impegnarsi, con coraggio, per l’unica umanità alla quale tutti apparteniamo, dando ufficialmente vita alla rete “Yellabia El Amal” (Wells of Hope).

Guarda le foto dell'incontro

La rete è membro di Talitha Kum e fa riferimento all’Unione delle Superiore Maggiori del Libano. Coordinatrice per la regione è sr. Marie Claude Naddaf.

L’incontro è il risultato di un lavoro iniziato lo scorso settembre, coordinato e realizzato da sr. Marie Claude Naddaf (RGS) e alcune collaboratrici che, instancabilmente hanno visitato donne di diverse realtà, tradizioni religiose e paesi, leader religiosi, cercando di identificare un gruppo inter-culturale e inter-religioso (inter-faith), per contribuire all’impegno contro la tratta nel Bacino del Mediterraneo.

I tre giorni sono stati facilitati da Sr. Gabriella Bottani, SMC, coordinatrice di Talitha Kum. All’incontro hanno partecipato Helga Konrad, membro del Consiglio di Esperti (Advisory Board) di Wells of Hope e Pascale Debbané rappresentante della Sezione Migranti e Rifugiati del Vaticano.

La nuova rete di Talitha Kum si inserisce in un contesto complesso segnato dalla diversità culturale e religiosa, dall’ insicurezza e da intensi movimenti migratori sia di chi cerca rifugio dalla guerra in Siria, sia di chi è alla ricerca di lavoro. Le persone arrivando nella regione e escono verso Europa, Stati Uniti, altri Paesi del Medio Oriente e del Golfo. La tratta di persone  si mescola a questi flussi. Le partecipanti hanno riportato  che sono più di 70 i paesi di origine delle persone trafficate identificate nella regione. Hanno inoltre riportato casi di tratta dalla regione verso altri paesi ed interna allo stesso paese, soprattutto per reclutamento forzato per atti criminali, matrimoni forzati e sfruttamento lavorativo.

Le principali modalità di sfruttamento, sebbene con caratteristiche proprie per ognuno dei paesi rappresentati, sono sfruttamento sessuale e lavorativo, soprattutto nel settore domestico e nell’agricoltura. Una sfida importante nella regione è contrastare la tratta di persone perpetrata dall’Isis per reclutare combattenti e donne per lo sfruttamento sessuale ed altri servizi forzati.

Tra le sfide identificate da affrontare sono emerse il bisogno di sensibilizzare la popolazione, i leader e soprattutto i gruppi di rischio su questo tema. La tratta di persone non è nuova nella regione, la novità è parlarne. Ulteriore punto identificato è l’implementazione delle leggi contro la tratta di persone, soprattutto nell’assistenza alle vittime. Riconoscere che la tratta esiste è un primo passo fondamentale per poterla contrastare.

Donne sostenute dalla loro fede, insieme, possono contribuire molto. Diverse delle partecipanti hanno affermato che questa rete ha portato nella loro regione la speranza, affrontare il tema della tratta è difficile e doloroso, ma fondamentale per riaffermare in questa terra bellissima e ricca di diversità il valore della dignità e del rispetto per ogni persona.

Sr. Gabriella Bottani, Coordinatrice Internazionale di Talitha Kum