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Giornata internazionale della donna - 8 marzo 2023

In questa giornata dedicata alle donne, Talitha Kum riconosce il contributo delle donne di tutto il mondo che si impegnano a creare un cammino nella dignità per tutti, sognando e costruendo un mondo libero di tratta di persone e da ogni tipo di sfruttamento. Donne consacrate e laiche, sopravvissute alla tratta, donne di altre fedi religiose e di altre spiritualità, che camminano sulla scia della cura, della guarigione, dell’empowerment e della rigenerazione della dignità umana. In questa occasione, Talitha Kum vorrebbe anche sottolineare che ancora oggi, in molte parti del mondo, molte donne, soprattutto le giovani ragazze, soffrono condizioni di vulnerabilità che le rendono le prime vittime della tratta di persone. 

Una delle tante forme di sfruttamento è il matrimonio forzato.  "Le risposte al matrimonio forzato devono essere necessariamente molto contestualizzate e specifiche per ogni area geografica. Alla base del matrimonio forzato ci sono norme patriarcali e strutture sociali che esercitano un controllo sulla sessualità delle ragazze. Queste includono la percezione che la sessualità e l'attività sessuale di una ragazza si riflettano negativamente su di lei e sulla sua famiglia e che quindi i genitori abbiano la responsabilità di proteggerla; ne consegue che la ragazza dovrebbe conformarsi alle loro direttive su chi sposare". (Forced labor and Forced marriage 2022).

Attraverso le testimonianze delle sorelle impegnate sul campo, Talitha Kum intende dare voce alle vittime dei matrimoni forzati. Di seguito sono riportate alcune storie ed esperienze di assistenza alle vittime da parte delle sorelle e donne collaboratrici delle reti alla base:

 

ASIA 

Suor Marie Jean, rgs, coordinatrice di Talitha Kum in Corea del Sud, ha raccontato la storia di una donna vietnamita di 35 anni vittima di un matrimonio forzato. Nata e cresciuta in un ambiente povero in Vietnam, la donna era sottoposta a continue pressioni da parte del padre violento affinché si sposasse. Sposando un uomo che viveva in un Paese più ricco, avrebbe potuto aiutare la sua famiglia povera. 

La donna ritiene che il suo matrimonio sia stato semi-forzato, in quanto non è stato voluto da lei ma dai suoi genitori, che le hanno impedito di contattare la sua famiglia dopo il matrimonio. Ora vive la sua vita coniugale in modo diligente. Questo è il caso di molte donne, che ora vivono una vita coniugale doverosa, ottenuta con la violenza e la coercizione della famiglia.

"Individuazione precoce di situazioni di sfruttamento"

L'Holy Family Shelter, una delle strutture della Rete Talitha Kum Korea, è un'organizzazione che aiuta le donne rifugiate nordcoreane. Molte donne che hanno ricevuto aiuto da questa organizzazione hanno raccontato di essere state vittime della tratta di persone, soprattutto sotto la forma del matrimonio forzato. Queste donne sono state vendute dalle loro famiglie, in Corea del Nord, e poi trafficate in Cina quando hanno disertato. 

Molte persone che fuggono dalla Corea del Nord sono state vittime della tratta di persone prima di raggiungere la loro destinazione finale: molte donne sono state vendute e costrette a sposarsi. Se sono fortunate, possono incontrare una persona gentile e riuscire a lasciare la Corea del Nord, ma, in realtà, la maggior parte delle donne è destinata a vivere una vita di sfruttamento.
 

AFRICA

Suor Angela Nemilaki, msola, della rete Religious Against Human Trafficking (RAHT) in Kenya, ha dato voce ad alcune delle donne vittime di matrimoni forzati. Ha condiviso la storia di: 

Arianna, una donna di 22 anni, che ha perso entrambi i genitori all'età di 5 anni e che, da allora, viveva con lo zio paterno. Quando aveva 16 anni, lo zio le disse che aveva ricevuto una dote e che il giorno dopo sarebbe stata portata dal suo futuro marito. Il futuro marito aveva 60 anni e aveva altre mogli. Arianna fu costretta a sposarsi e ad andare a letto con il marito lo stesso giorno, come richiesto dal rituale. Fu l'esperienza più dolorosa che avesse mai vissuto. Concepì una bambina, che non fu gradita. Dovette fuggire con la figlia in una città vicina, dove le sorelle della rete l’hanno accolta.

"L’Empowering di donne e bambine, così come delle loro famiglie e comunità"

Questa è la storia di una ragazza di 12 anni, Lulu, il cui padre ha combinato il matrimonio con un uomo del loro villaggio. La madre, a conoscenza di questa decisione, non l'ha accettata. Sapendo di non poter cambiare quella scelta, ha mandato la figlia da un parente in città, con il pretesto di finire la scuola. Non ha funzionato. Lulu è stata trasformata in una ragazza di casa, che a volte lavorava senza retribuzione. La madre, angosciata da questa situazione, ha compreso che l’unica alternativa sarebbe stata quella di riportare la figlia al villaggio, dove il padre l'avrebbe costretta a sposarsi. A questo punto le sorelle hanno incontrato la madre. Il gruppo di Talitha Kum, in contatto con lei, è riuscita a iscrivere Lulu all'università per imparare la sartoria. Lulu completerà il suo corso quest'anno.

 

OCEANIA

Suor Colleen Jackson, rsc, coordinatrice di ACRATH, la rete contro la tratta di esseri umani in Australia, ha condiviso la storia di Liya e l'importanza del programma di accompagnamento di ACRATH nel processo di guarigione delle donne sopravvissute al matrimonio forzato:

Liya, 18 anni, è stata tratta in inganno dai suoi genitori con la proposta di partire per una "vacanza di 3 settimane" dalla zia nel Paese d'origine dei genitori, in Africa orientale. Al suo arrivo, si è ritrovata prigioniera per sei mesi in uno dei condomini della città. Doveva svolgere tutte le mansioni domestiche, spesso veniva trattata con violenza, non poteva lasciare l'appartamento senza una scorta maschile e non le era permesso di contattare la sua famiglia in Australia. Avrebbe dovuto sposare un uomo di 50 anni che neanche conosceva. Fortunatamente, grazie a un vicino di casa, è riuscita a contattare via e-mail un compagno di scuola in Australia, coinvolgendo la scuola, la polizia federale e l'ambasciata australiana, per riportare Liya in Australia. 

"Garantire l'accesso all'assistenza sanitaria psicosociale e a lungo termine"

"Liya è entrata a far parte del programma australiano STPP (Support for Trafficked People Program) e la Croce Rossa l'ha indirizzata ad ACRATH per un supporto emotivo e sociale continuo. Insieme a un accompagnatore volontario ACRATH, Liya ha iniziato il suo lungo e impegnativo percorso di rigenerazione. Negli ultimi anni l'accompagnatore ACRATH ha potuto camminare a fianco a questa giovane donna che è fuggita da un matrimonio forzato. Il supporto dell'accompagnatore ACRATH è stato determinante per ottenere una forma di sostegno a lungo termine ed è stato fondamentale lavorare sul caso per la giovane donna." (qui la storia completa).

 

 

"In tutto il mondo, i livelli di matrimonio infantile sono più alti in Africa occidentale e centrale, dove quasi 4 giovani donne su 10 si sono sposate prima dei 18 anni. Livelli più bassi di matrimonio infantile si registrano nell'Africa orientale e meridionale (32%), in Asia meridionale (28%) e in America Latina e Caraibi (21%). La prevalenza del matrimonio infantile sta diminuendo a livello globale, con i maggiori progressi registrati nell'ultimo decennio in Asia meridionale, dove il rischio per le ragazze di sposarsi durante l'infanzia è diminuito di oltre un terzo, passando da quasi il 50 percento a meno del 30 percento. Tuttavia, il numero totale di bambine sposate durante l'infanzia è di 12 milioni all'anno e i progressi devono essere accelerati in modo significativo per porre fine a questa pratica entro il 2030, obiettivo fissato negli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Senza un'ulteriore accelerazione, oltre 100 milioni di ragazze in più si sposeranno prima del loro 18° compleanno entro il 2030."(UNICEF data).  

 

8 Marzo 2023