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TESTIMONIANZA DI SR. ANA MARIA VILCA, SNJM. COORDINATRICE DI RED KAWSAY PERU

Sono Ana Maria Vilca Mamani, peruviana, membro della Congregazione delle Suore dei Santi Nomi di Gesù e Maria. Come congregazione, nel 2004 abbiamo deciso come comuntà di impegnarci per garantire il rispetto dei diritti umani nella lotta contro la tratta di donne e bambini che vengono sfruttati sessualmente e spinti al lavoro forzato. Dal 2016 faccio parte della Rete Kawsay Perù, assumendo la Coordinazione dal 2020 ad oggi.

Qual è lo scenario del traffico di esseri umani in Perù? Secondo Lei quali sono le principali sfide?

Le dinamiche legate al traffico di esseri umani nel nostro paese sono cambiate a causa della pandemia e del contesto migratorio; i metodi di reclutamento e di sfruttamento si sono rivolti soprattutto all’ambito privato e online; lo sfruttamento è diventato ancora più clandestino, rendendolo più difficile da identificare e denunciare. Le reti di reclutamento hanno utilizzato nuovi metodi come l'uso delle nuove tecnologie per attirare potenziali vittime, sia nazionali che straniere, e allo stesso tempo, approfittano del nuovo scenario sociale per sfruttare le persone con maggiore impunità.

 A questa situazione si aggiunge la mancanza di opportunità generata dalla crisi economica derivante dal COVID-19, che ha esacerbato la vulnerabilità di alcuni gruppi di persone, rendendoli ancora più vulnerabili a diventare vittime della tratta. La crisi economica ha avuto un impatto sulle fonti di reddito di molte persone che erano già in una situazione precarie. Di conseguenza, è molto più probabile che accettino lavori informali o lavori in cui le condizioni non sono chiare e che potrebbero facilmente portare a situazioni di sfruttamento lavorativo. Un altro aspetto riguarda la cura dei minori e agli anziani che vivono in strutture molto precarie; non hanno personale specializzato e costituiscono uno spazio in cui coesistono vittime di diversi crimini, soprattutto vittime di violenza sessuale e familiare, abbandono della casa, abusi fisici e psicologici, e altri.

Qual è la risposta della Rete Kawsay Perù al fenomeno della tratta nel territorio?

La Rete Kawsay Perù ha iniziato il suo lavoro nella lotta contro la tratta di persone ispirandosi alla profezia di vita consacrata della Conferenza dei Religiosi del Perù. Durante questi anni, nuovi membri si sono uniti alla rete e con i loro contributi hanno rafforzato la rete e la sua missione di sensibilizzazione, prevenzione, formazione e advocacy attraverso l'articolazione con altre reti nazionali a livello regionale. La realtà che viviamo come paese ci chiede di intensificare la nostra risposta alle grida delle persone che vivono in situazioni di vulnerabilità. Oggi, queste grida sono dei gemiti che ci richiedono di essere più attenti ad ascoltare e a guardare per riconoscere le situazioni di ingiustizia. Questi anni di cammino sono stati pieni di apprendimenti che hanno permesso alla Rete di crescere e ci hanno portato ad affrontare sfide che ci fanno valorizzare di più il nostro lavoro che portiamo avanti insieme, in modo articolato e sinodale.

Può condividere un'esperienza nel servizio alle vittime e ai sopravvissuti alla tratta o gruppi in condizioni di vulnerabilità?

Condivido con voi la storia di "Julia", un'adolescente di 15 anni. Un giorno andò in un posto dove affittavano computer con internet per poter fare i suoi compiti di scuola, una conoscente insistette perché venisse con lei e alcuni amici per una passeggiata veloce e che presto sarebbe stata a casa. E’ stata portata nella capitale in posti che ancora non riesce a identificare. È stata trovata completamente drogata, con i capelli dipinti e i vestiti sgargianti. Attualmente vive in una casa di accoglienza governativa, sta per compiere 18 anni, è una ragazza molto intelligente e sogna di studiare all'Università, ma non ha una rete familiare stabile e per questo sarà accolta e accompagnata nella "Comunidad Desatanudos" della Rete Kawsay.

Cosa significa per Lei far parte di Talitha Kum?

Significa "camminare insieme" in questo villaggio globale; insieme per un obiettivo comune che è quello di liberare la VITA minacciata.