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Convegno sulla tratta presso la Santa Sede: Le nuove schiavitù

Si è tenuto oggi, 14 Marzo 2024, presso l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, il Convegno sulla tratta "Le nuove schiavitù" a cui ha partecipato Sr. Abby Avelino, MM, Coordinatrice Internazionale di Talitha Kum.

Di seguito, riportiamo il suo discorso:


Innanzitutto, vorrei ringraziare l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede per l'invito. È un onore per me partecipare a questo evento. 
Come suora della Congregazione delle Suore di Maryknoll e nella mia posizione di coordinatrice internazionale, sono lieta di parlare oggi a nome di Talitha Kum, la rete internazionale di  congregazioni femminili cattoliche impegnate a sostenere le sopravvissute alla tratta di persone  e a prevenire che nuove vittime cadano nella trappola dello sfruttamento. 


Era il 2009, 15 anni fa, quando venne formalmente istituita Talitha Kum come Rete Internazionale  di Vita Consacrata contro la Tratta, promossa dall'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG). Il nostro intento e’ stare con le vittime e condividere i loro percorsi di vita, dando voce alle loro aspirazioni, curando le loro ferite. Oggi siamo circa 6.000 congregazioni in 97 Paesi. 
Continuiamo il nostro cammino in un contesto globale in rapida sviluppo che richiede sforzi ed energie rinnovati. Siamo grate a coloro che ci sostengono, ai donatori, ai politici e ai volontari che  condividono con noi la nostra vocazione: Talitha Kum, alzati e cammina accanto a coloro che sono emarginati, oppressi, sfruttati. 
"L'anno appena trascorso è stato uno dei più difficili a causa di molte crisi interconnesse, come l'impatto della pandemia di Covid-19, i conflitti in molti Paesi, ad esempio in Myanmar, Sri Lanka, Siria, Burkina Faso, Venezuela, la guerra in Ucraina, che hanno causato angoscia a milioni di persone, insieme anche alle devastanti catastrofi naturali dovute al cambiamento climatico.

Tutte queste crisi hanno un impatto diretto sul traffico di persone nel mondo. Nonostante le sfide a cui abbiamo assistito, i membri continuano a rispondere alla Call to Action di Talitha Kum, curando, guarendo, rafforzando e impegnandosi nella vita delle vittime e dei sopravvissuti, e delle popolazioni a rischio di tratta e sfruttamento" .
Sono qui oggi per condividere e rinnovare questo appello – alziamoci! - con l'intenzione di mobilitare l’attenzione politica verso cio’ che notiamo dal nostro osservatorio e che ci preoccupa rispetto al fenomeno della tratta. Menzionero’ tre aspetti in particolare:  


Primo: canali legali di migrazione sempre più rigidi e complessi, anche dalle zone di conflitto. 
Oggi spostarsi in modo sicuro da un Paese all'altro, lungo canali di migrazione legale accessibili e praticabili, diventa sempre più difficile. E questo accade nonostante la carenza di manodopera e le tendenze demografiche – anche in Italia - richiedano una maggiore mobilità lavorativa. Ma soprattutto, per le tante persone intrappolate nelle zone di conflitto, spesso non c'è altra scelta che ricorrere ai trafficanti per fuggire la fame, la disperazione e la morte. 


Secondo: condizioni di lavoro sempre più precarie. La richiesta di manodopera a basso costo e priva di tutele è in aumento, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nelle nostre società moderne, basate sui diritti. Le persone trafficate sono la merce ideale da inserire in un mercato del lavoro sempre più privo di regole, dove la massimizzazione del profitto impone l'estrema compressione, fino alla negazione, dei diritti legati al lavoro. 


Terzo: l'aumento del divario nel trattamento e nelle opportunità per uomini e donne. La progressiva privatizzazione dell'istruzione spinge le ragazze sempre più ai margini, mentre a quelle già inserite nel mercato del lavoro viene ancora spesso imposto di scegliere tra famiglia e carriera, a scapito della loro autonomia economica. Le donne dipendenti sono donne vulnerabili che spesso scelgono di credere alle promesse dei trafficanti per sfuggire a una vita di sottomissione, umiliazione e violenza. 


Noi di Talitha Kum siamo preoccupate da questi trend. Soprattutto ci preoccupa la dilagante cultura dello scarto, secondo la quale tutto è usa e getta - beni, cibo, terra, comprese le vite di chi è ai margini. Nel nostro Call to Action, Talitha Kum invoca un cambiamento nel paradigma dominante verso una maggiore giustizia legale, sociale ed economica per chi e’ ai margini e rischia 
di cadere nelle mani di trafficanti e sfruttatori, per le sopravvissute e i sopravvissuti che chiedono 
riconoscimento e riparazione delle loro vite spezzate. 
Le vittime ci ricordano la necessità di definire norme e politiche a sostegno della realizzazione di uomini e donne come individui e membri della comunita’, ma soprattutto di promuovere una cultura della dignità e un'economia della cura.  
Come ci ricorda Papa Francesco: " Dio, ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a vivere insieme come fratelli e sorelle, per riempire la terra e far conoscere i valori della bontà, dell'amore e della pace"; (FT 285) 
Come Talitha Kum la nostra vocazione è chiara: stare con le vittime, condividere il loro cammino, sostenere la loro umanità e abbracciare l'esempio di Gesù nella Sua attenzione per i piccoli, per lo straniero, per le donne, per chi è ai margini. Ci auguriamo che il nostro sforzo possa essere di ispirazione e possa catalizzare un cambiamento che ci sembra sempre piu’ necessario e urgente.  


Grazie! 

 


Sr. Abby Avelino, MM 
Talitha Kum International Coordinator

 

14 Marzo 2024