L'avvio di una "rete", di fatto, risale al 1995 su mandato della Presidente Nazionale dell'USMI, Madre Lilia Capretti, a suor Eugenia Lorenzi, Suore
della Carità delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa (Suore di Maria Bambina), responsabile nazionale dell’Ufficio "Mobilità etnica" dell’USMI, che già l'anno precedente, 1994, era stata invitata …
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L'avvio di una "rete", di fatto, risale al 1995 su mandato della Presidente Nazionale dell'USMI, Madre Lilia Capretti, a suor Eugenia Lorenzi, Suore
della Carità delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa (Suore di Maria Bambina), responsabile nazionale dell’Ufficio "Mobilità etnica" dell’USMI, che già l'anno precedente, 1994, era stata invitata a un “Tavolo interministeriale”, promosso dall'allora ministro della Solidarietà sociale, Livia Turco, e dalla collega Anna Finocchiaro, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità. In questa sede istituzionale suor Eugenia è stata portavoce dell’esperienza di trenta case-famiglia che una ventina di Istituti religiosi femminili avevano aperto per accogliere giovani, spesso minorenni e immigrate, che
chiedevano di essere aiutate a uscire dal "giro" della prostituzione. Di qui nasce il "Comitato di donne immigrate", coordinato
dall'USMI-Ufficio Mobilità etnica, che già l'anno seguente, 1995, a seguito di una lettera di denuncia ricevuta dal Presidente della Conferenza Episcopale Nigeriana circa la situazione di molte donne nigeriane "trafficate" e avviate alla prostituzione in Italia, si evolve in un Comitato che unisce USMI, UISG, USG, CISM, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes della C.E.I., il Consiglio Pontificio Migranti, l’associazione “Differenza donne”, il Gruppo Abele e poi il Coordinamento Caritas Italiana per la lotta contro la tratta.
Obiettivo centrale di questo primo "patto" è di richiamare l’attenzione della comunità ecclesiale e di quella civile sulla prostituzione coatta di donne immigrate e di offrire risposte concrete di aiuto. Tra il 1995 e il 1998 nascono anche alcuni coordinamenti regionali in Piemonte, Lombardia, Nord-Est, Puglia e Campania con la collaborazione tra USMI e Caritas Italiana.
Un'evoluzione e un rafforzamento degli obiettivi della rete "anti-tratta" si verifica a partire dal 2000, l'anno del "Grande Giubileo": a suor Eugenia Lorenzi succede suor Eugenia Bonetti, Missionaria della Consolata, che nella sede dell'USMI nazionale avvia un "Ufficio Tratta" (fino a quel momento il "fenomeno tratta" era preso in considerazione all'interno dell'ufficio "Mobilità etnica") con obiettivi e compiti specifici per coordinare il servizio delle
Congregazioni femminili operanti nell'ambito della tratta delle donne. Di qui una prima mappatura (tra il 2000-2010) delle persone impegnate e
dei servizi realizzati da parte di Istituti religiosi femminili in Italia: circa 250 religiose di 70 diverse Congregazioni , attive in un centinaio strutture.
- Promuovere il lavoro in rete delle Congregazioni che operano nell'ambito "anti-tratta", favorendo la collaborazione tra persone consacrate e laici/laiche che collaborano nei diversi servizi in cui operano le religiose ma anche con altre istituzioni religiose, governative, sociali ecc. operanti a livello nazionale e internazionale
- Accompagnare i servizi e le diverse azioni di accoglienza e prossimità con percorsi di formazione continua sul "fenomeno tratta" e sulle
competenze da acquisire, valorizzando le "buone prassi" già in atto e promuovendo iniziative di sensibilizzazione e di conoscenza del fenomeno che raggiungano la popolazione dei diversi territori, a cominciare dalle nostre comunità ecclesiali e dal mondo giovanile.
Dal 2015, dopo le dimissioni di sr Eugenia Bonetti, nessuna persona lavora a tempo pieno né a più di metà tempo!