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Maryam, dal carcere al lavoro di educatrice

Storie di rinascita di Talitha Kum

“Avevo all’incirca 20 anni quando in carcere incontrai per la prima volta una delle sorelle di Talitha Kum: ero stata arrestata perché la madame mi aveva denunciato per sfruttamento alla prostituzione. Avevo deciso di lasciare il mio Paese, la Nigeria, dopo la morte di mio padre. Volevo aiutare mia madre e i miei fratelli. Arrivata in Italia con la promessa di un lavoro, mi ritrovai sulla strada, sotto le direttive di una madame che mi sottoponeva a violenze fisiche e psicologiche. Pensavo che una volta saldato il debito mi sarei liberata da questo incubo. Ma loro chiedevano sempre più soldi. Sola e senza documenti finii in carcere, pur essendo innocente. Fu una suora che veniva a visitarmi a darmi un’altra opportunità. Mi diede fiducia e convinse la sua comunità in Sicilia ad accogliermi in casa loro, consentendomi di ottenere gli arresti domiciliari. In questi anni, grazie all’aiuto delle sorelle, sono riuscita a trasformare la mia vita e ad aiutare altre giovani, cadute come me nelle mani dei trafficanti. Oggi sono felice: sono mamma e la mia è una bella famiglia, così come lo è la comunità che mi ha accolto e dove tutt’ora lavoro come educatrice”. (TK Italia).

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